31 marzo 2011

Per favore

Non sono energumeni ritardati, tutt'altro. Non hanno i musi da cattivi che vi piace fargli fare. Non sono bestie da baraccone. Giocano semplicemente a rugby. E malgrado adesso abbiate scoperto anche voi questo sport, dimenticateveli, per favore. Non usateli come fenomeni da circo al minimo pretesto, per favore. Non sporcate la gloriosa Haka per l'ennesimo spot idiota, per favore. Non usate una mischia per spingere palazzi o qualunque altra cazzata vi venga in mente, per favore. Avete già i calciatori, per questo. Usano tutti i rasoi che volete, palleggiano di tutto, fanno battute da caserma, indossano volentieri qualunque tamarrata volete, fanno i deficienti insieme alla moglie, parlano con gli uccellini, all'occorrenza. Fateveli bastare, per favore. E lasciate perdere il rugby, che è ancora una cosa da gentiluomini coraggiosi, per favore.


28 marzo 2011

I benefici delle sabbiature

Qualche anno fa, quando il web ha cominciato a diffondere i video delle performance di Ilhana Yahav, siamo rimasti un po' tutti affascinati dalla gestualità della "sand artist" israeliana, dalla grazia con cui le sue mani trasformavano morbidamente i disegni di sabbia sul piano luminoso. Molto meno dal suo tratto e dalle composizioni, a voler guardare piuttosto leziose, con quel tocco di kitsch inevitabile per chi sceglie di esprimersi in modo convenzionale con materiali non convenzionali, che si tratti di sabbia, ghiaccio o  fiammiferi usati.

In Tbwa qualcuno ne restò così affascinato da pensare di proporre la sabbiatrice per lo spot Eni, uno di quei pipponi istituzionali con i quali le grandi aziende tentano di commuoverci mettendoci di fronte alla loro bontà d'animo e alla santità dei loro intenti. Il risultato fu piuttosto umiliante per tutti: nell'economia dei 30", la gestualità di cui sopra veniva inevitabilmente mutilata dai tagli e finita da una sciagurata scelta musicale quale la cover di Don't stop, un pezzo dei peggiori Fleetwood Mac.

Un nuovo pippone ha parzialmente corretto il tiro raddoppiando i secondi, ma il risultato complessivo non cambia: il gesto della sabbiatrice non sorprende come dovrebbe, in compenso dalla sabbia emerge tutta la mielosità del suo stile e tutta la limitatezza di uno spot affidato al puro trattamento, senza il supporto di uno straccio di idea. Don't stop continua a peggiorare il tutto, seppure questa volta più dolcemente.

Fin qui abbiamo parlato di spot. Il vero disastro è affidato alla pretesa di tradurre pari pari in stampa, e addirittura in mega affissioni, lo spettacolino televisivo. Niente movimento, niente luminosità di fondo, rimane la banalità di una stretta di mano immortalata sulla sabbia (ma Franco IV e Franco I° non vi hanno insegnato niente?), immobile per darci agio di scoprirne la sconcertante bruttezza. Ha però un pregio: non si sente Don't stop in sottofondo.





24 marzo 2011

Credito nasale

Tanto tanto tempo fa, quando ancora nelle agenzie c'erano le reprocamere e gli art non solo sapevano stappare i Magic Marker ma persino usarli, i vecchi maestri della nobile corporazione dei pubblicitari, aggirandosi tra gli scranni della bottega, solevano dispensare a noi giovani apprendisti qualche buona regola del mestiere.
Una di queste era una semplicissima prova alla quale sottoporre le nostre idee: funziona ugualmente se cambi il tuo prodotto con qualunque altro? Se sì, l'idea è rachitica.
I maestri avevano la fissa del costruire un solido legame tra quel prodotto e la sua comunicazione, e da qualche parte una base su cui farlo la dovevi trovare.
A quei tempi, la marca di jeans che diceva "Chi mi ama mi segua" poteva chiamarsi soltanto Jesus, Cristo o, al limite, Vangelo. 
Oggi potremmo leggere quel claim sotto un paio di chiappe vestite dagli shorts dello stilista Gualtiero Sciafone e nessuno avrebbe nulla da obiettare.

A quei tempi, se proprio ci tenevi a far dire a un profilo importante "A naso è la banca per me", ti serviva qualche pezza d'appoggio. Per esempio, che il nome dell'istituto fosse Cassa di Risparmio di Usmate, oppure che il suo presidente si chiamasse Alessandro Profumo. Un buon motivo, in poche parole. Solo con queste premesse, avresti presentato l'idea al tuo maestro, per poi sentirlo sentenziare - è banale e didascalica -.

Ma oggi viviamo tempi oscuri, abbiamo dimenticato che chi aveva naso sceglieva Dreher ma almeno gli rimaneva la schiuma della birra sulla punta, oggi i maestri sono morti o rincoglioniti o reincarnati in qualcuno che non fa più questo mestiere.
Magari proprio nel corpo dello sconosciuto che, con un minimo intervento di pennarello nero, ha dato a un poster di questa campagna che ho visto affisso nella metro una lezione di creatività: "A naso è la bamba per me". 
Forse non tutto è perduto.


21 marzo 2011

Quando giocano i fuoriclasse

Chiusa finalmente l'imbarazzante saga di Belén e nonno Christian, Telecom dà una svolta radicale alla comunicazione Tim, affidandosi al genio creativo  della Santo, agenzia di Buenos Aires che ha stupito il mondo con le sue idee, quali una scarpa motorizzata che insegue un culo motorizzato per Diesel Sneakers e una colletta di capelli per un calvo per Arnet Broadbant. Ecco lo strabiliante risultato.



Sorprendendoci ancora una volta, gli incontenibili argentini hanno pensato a qualcosa di assolutamente inedito nel panorama pubblicitario di casa nostra: una simpatica parodia di Leonardo Da Vinci, resa ancor più singolare dall'impiego di due testimonial (Neri Marcorè e Marco Mazzocca) e di una top model (Bianca Balti). Questo è probabilmente solo l'inizio, e chissà quali altre imprevedibili idee avranno in cantiere gli esplosivi creativi della Santo. Dante Alighieri? Giuseppe Garibaldi? Quando la fantasia si scatena, non ci sono davvero limiti.


A questo punto, il triste creativo nostrano potrà scegliere tra due sentimenti diametralmente opposti ma ugualmente legittimi: allietarsi grazie alla dimostrazione che nel campionato italiano nemmeno i fuoriclasse riescono a fare un bel gioco, oppure deprimersi ulteriormente, sempre grazie alla dimostrazione che nel campionato italiano nemmeno i fuoriclasse riescono a fare un bel gioco. A piacere.

14 marzo 2011

Rosa vuoi di più dalla vita?

Sig. Gazzetta: Buongiorno, Signora. Avrei bisogno di ribadire soprattutto al mercato pubblicitario il posizionamento del quotidiano sportivo sempre più ‘marchio’ e parte di un sistema integrato che vuole far lavorare in sinergia stampa, web e eventi.

Sig.ra McCann Erickson: Ho giusto il film che fa per lei: siamo in città, una bella ragazza felice cammina tra i fumi, quando due pacchetti di mischia spostano due palazzi...

Sig. Gazzetta: Strabiliante!

Sig.ra McCann Erickson: ...aspetti: ai tavolini esterni di un locale frequentato da bella gioventù, una bella ragazza si vede portar via il bicchiere da un ciclista in gara con altri, che passano nella via diventata d'acqua, stando attenti a non schiantarsi contro una barca vela ivi parcheggiata.

Sig. Gazzetta: Semplicemente geniale!

Sig.ra McCann Erickson:...questo è niente: sopra una cintura enorme... 

Sig. Gazzetta: ...da pistolero!

Sig.ra McCann Erickson: no, normale, da pantaloni.

Sig. Gazzetta: Già, che stupido, mi scusi.

Sig.ra McCann Erickson:...sopra una cintura enorme, dicevo, che entra in un appartamento dalla finestra, sfreccia un bob che prosegue la sua corsa verso la fibbia uscendo di nuovo in strada, dove una bella ragazza sta facendo surf sullo zampillo di una fontana.

Sig. Gazzetta: Guardi, ho la pelle d'oca!

Sig.ra McCann Erickson: Capisco, ma non è tutto: la strada accanto è interamente occupata da un'enorme scarpa da donna con zeppa e tacco, sulla quale...

Sig. Gazzetta: Aspetti, aspetti, mi faccia indovinare...sulla quale scende un campione di snowboard!

Sig.ra McCann Erickson: Fuochino...un campione di salto dal trampolino.

Sig. Gazzetta: Stupefacente! Lei mi sorprende sempre!

Sig.ra McCann Erickson: E infine...

Sig. Gazzetta: Sono tutt'orecchi!

Sig.ra McCann Erickson:…infine ritroviamo le gambe della bella ragazza della prima inquadratura che camminano su una superficie sferica rosa, sulla quale trova… 

Sig. Gazzetta: La prego, non reggo questa suspence…cosa trova?

Sig.ra McCann Erickson:…trova seduto un bel ragazzo che l'aspetta.

Sig. Gazzetta:…che meraviglia!

Sig.ra McCann Erickson: La ragazza si siede accanto a lui offrendoci nel farlo una fuggevole visione delle sue intimità.

Sig. Gazzetta: Addirittura! Non ho parole!

Sig.ra McCann Erickson: Già. Zoom indietro a un totalone che ci rivela la coppia seduta sul marchio Gazzetta dello Sport dominante la città. Cartello Gazzetta dello Sport, Tutto il rosa della vita. Fine.

Sig. Gazzetta: Io…(si soffia il naso rumorosamente)...io sono commosso…non avrei mai potuto immaginare niente di più bello ed efficace, mi creda, signora.

Sig.ra McCann Erickson: Ne sono felice.

Sig. Gazzetta: Una sola domanda: c'è della musica?

Sig.ra McCann Erickson: Certamente, la cover di un brano che va per la maggiore, "Somebody to love" dei Queen. Lo conosce?

Sig. Gazzetta: No, ma mi fido di lei.


7 marzo 2011

Che i porci mi perdonino

Quando ho aperto questo blog, tra le poche ma buone regole che mi sono dato c'era quella di considerare soltanto le malefatte degli addetti ai lavori degni di questo nome, soprattutto se di buona famiglia professionale. Perché ritengo che il buon esempio debba venire dall'alto, e chi più in alto sta più responsabilità ha.
Come faceva la mia prof di lettere delle medie, la quale pretendeva molto di più da chi a casa era seguito rispetto a chi invece era abbandonato a se stesso.
Questo è il motivo per cui non troverete in Porkfolio gli spot dei libri di Marra o simili gioielli d'orrore dilettantesco.

Oggi però devo concedermi un'eccezione, in ragione di un'incazzatura profonda che non posso smaltire privatamente. Perché se solitamente i dilettanti allo sbaraglio fanno quasi tenerezza, quando a vestirne i panni sono ministri e ministeri alle prese con temi delicati come il consumo di droghe il travaso di bile è automatico. Di fronte a tanta presunzione e arroganza, provincialismo e ignoranza, non riesco nemmeno a fare dell'ironia. Non è più questione di gusti né di idee: è solo una terribile fotografia, una delle innumerevoli che ogni giorno si possono scattare in questo paese, della nostra discarica cuturale che cresce a vista d'occhio e che versa fetido percolato su di noi.

Il video che segue è quello relativo alla presentazione ufficiale dello spot (presente al suo interno per tre volte). Il mio consiglio è di resistere fino alla fine. Del video, tanto per cominciare.


Finalmente un po' di pubblicità vera

Di questi tempi, se non hai il tuo bel merchandising non sei nessuno. Non importa se sei una rockstar con la panza di 59 anni appena compiuti, un museo d'arte antica o un sexy shop: il merchandising è d'obbligo e la parola suona così tanto meglio di materiale promozionale e anche di inutile paccottiglia da risultare irresistibile. 
E siccome Porkfolio non si sente inferiore a nessuno, ma soprattutto alla rockstar con la panza di 59 anni appena compiuti, ecco qua il suo merchandising, disponibile per la gioia dei fan presso il nuovissimo Porkfolio Italiano Shop. Aperto tutti i giorni 24 ore su 24.