Nell'oscuro mondo della pubblicità di casa nostra esiste una parola magica che, per colpa di un malvagio incantesimo, se pronunciata evoca immediatamente un'inquietante presenza. La parola è "Istituzionale". Se avete coraggio, provate a dirla e vedrete se non ho ragione: non appena l'avrete fatto, di fronte a voi apparirà il mostro a lei indissolubilmente legato: il terribile Pippone.
Il Pippone non ti sbrana, ma si siede accanto a te mentre stai lavorando alla campagna che vorrebbe essere come quella parola di cui sopra, influenzando i tuoi pensieri in modo nefasto. Sulle note di una musica adeguatamente noiosa, comincerà a suggerire direttamente al tuo cervello, con la voce commossa di uno speaker soffione, una tale caterva di banalità, di frasi trite e ritrite capace di stordire un bufalo. Più o meno sempre le stesse, sia che si parli di una banca, di un marchio automobilistico, di un produttore di elettricità o di una linea di biscotti.
La cosa grave è che tu non te ne accorgerai. Il Pippone ti incanterà con la sua nenia ipnotica e con le sue immagini formalmente ineccepibili ma prive di anima, dandoti la sciagurata sensazione di stare elaborando concetti nuovi, intelligenti e soprattutto umani, molto umani. Inconsapevolmente, penserai che la riscoperta delle cose fatte come si facevano una volta, la natura incontaminata, gli affetti e le amicizie al ralenty, i flashback famigliari degli anni '60, i valori quelli veri o l'antimodismo in nome del sobrismo siano tutti parte di una tua straordinaria invenzione, la cui dirompente carica emotiva rivoluzionerà il mondo della comunicazione.
Purtroppo è solo un'illusione. Quando a cose fatte tornerai a ragionare, ti troverai davanti a trenta secondi di puro Pippone, e ti si ghiaccierà il sangue nelle vene. Ora è successo in Lorenzo Marini Group, ma può capitare a chiunque. O quasi.
sante sante sante parole.
RispondiEliminalaura